The Season of Phantasmal Peace
Written in English by Derek Walcott
Then all the nations of birds lifted together
the huge net of the shadows of this earth
in multitudinous dialects, twittering tongues,
stitching and crossing it. They lifted up
the shadows of long pines down trackless slopes,
the shadows of glass-faced towers down evening streets,
the shadow of a frail plant on a city sill—
the net rising soundless as night, the birds’ cries soundless, until
there was no longer dusk, or season, decline, or weather,
only this passage of phantasmal light
that not the narrowest shadow dared to sever.
And men could not see, looking up, what the wild geese drew,
what the ospreys trailed behind them in silvery ropes
that flashed in the icy sunlight; they could not hear
battalions of starlings waging peaceful cries,
bearing the net higher, covering this world
like the vines of an orchard, or a mother drawing
the trembling gauze over the trembling eyes
of a child fluttering to sleep;
it was the light
that you will see at evening on the side of a hill
in yellow October, and no one hearing knew
what change had brought into the raven’s cawing,
the killdeer’s screech, the ember-circling chough
such an immense, soundless, and high concern
for the fields and cities where the birds belong,
except it was their seasonal passing, Love,
made seasonless, or, from the high privilege of their birth,
something brighter than pity for the wingless ones
below them who shared dark holes in windows and in houses,
and higher they lifted the net with soundless voices
above all change, betrayals of falling suns,
and this season lasted one moment, like the pause
between dusk and darkness, between fury and peace,
but, for such as our earth is now, it lasted long.
Published March 31, 2020
Excerpted from Derek Walcott, The Fortunate Traveller, Farrar, Straus & Giroux, New York 1981
© 1980, 1981 Derek Walcott
La stagione della pace spettrale
Written in English by Derek Walcott
Translated into Italian by Matteo Campagnoli
Poi tutte le nazioni degli uccelli sollevarono insieme
la rete enorme delle ombre di questa terra
in dialetti innumerevoli, in lingue cinguettanti,
cucendola e incrociandola. Sollevarono
le ombre dei lunghi pini lungo pendii senza sentieri,
le ombre di torri vitree lungo le strade serali,
l’ombra di una pianta gracile su un davanzale cittadino –
la rete che come la notte s’innalzava silenziosa,
i gridi degli uccelli anch’essi silenziosi, finché
non ci fu più né imbrunire né stagione, clima o declino,
solo questo passaggio di luce spettrale
che neanche l’ombra più sottile osava recidere.
E gli uomini non poterono vedere, alzando lo sguardo,
ciò che le oche selvatiche trainavano, ciò che i falchi pescatori
si tiravano dietro in funi argentee e luccicanti
nella luce glaciale del sole; non poterono udire
i battaglioni degli storni lanciarsi gridi pacifici
mentre innalzavano la rete, coprendo questo mondo
come i rampicanti di un frutteto, o una madre che stende
una garza tremante sugli occhi tremanti
di un bambino che fluttua verso il sonno;
era la luce
che puoi vedere al tramonto sul fianco di un colle
nel giallo ottobre, e nessuno di quelli che udirono seppe
che mutamento aveva indotto nel gracchiare del corvo,
nello stridio del piviere, il gracchio che volteggia sulle braci
una così immensa, alta e silenziosa apprensione
per i campi e le città cui gli uccelli appartenevano,
sennonché era il loro passo stagionale, l’Amore,
reso privo di stagioni, o, dall’alto privilegio del loro lignaggio,
qualcosa di più luminoso della pietà per i senza ali
sotto di loro che condividevano buchi bui in finestre e case,
e più in alto sollevarono la rete con voci silenziose
sopra ogni mutamento, tradimenti di soli che calano,
e questa stagione durò un istante, come la sospensione
tra l’imbrunire e la tenebra, tra la furia e la pace,
ma, per ciò che la nostra terra è ora, durò a lungo.
Published March 31, 2020
Excerpted from Derek Walcott, Isole. Poesie scelte 1948-2004, Adelphi, 2011.
© Adelphi 2011
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