D34
l’altralingua | Bellinzona
Chi manca?

Chi manca?

Written in Italian by Hilmi Aydın

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Quando è entrato in classe, ha scritto 2024 sulla lavagna con numeri giganti. Ha detto: «Oggi parleremo del 2024», tra gli sguardi sorpresi degli studenti. 

In classe c’era un brusio. Immediatamente tutti hanno cominciato a dire qualcosa al proprio compagno di banco. Tutti avevano qualcosa da dire. E tutti pensavano che quello che avevano da dire fosse più importante. 

«Ok», ha detto, «fate silenzio, vi darò il diritto di parola. Questa è un’aula dove tutti possonoe sprimere liberamente i propri pensieri. Questo non è un paese del Medio Oriente. Inoltre io non sono un re e voi non siete schiavi». 

Alla fine si sono calmati un po’. Egli ha dato la prima parola a Libertà. Gli altri si sono sentiti un po’ offesi. Ma quando Libertà ha iniziato a parlare, gli altri hanno taciuto. Libertà aveva una voce che penetrava nell’anima. Ha detto: «Se solo sapeste a cosa rinunciano le persone per me. Mi sento un po’ schiacciata sotto questo peso». 

Poi ha preso la parola Desiderio. Proprio mentre stava per iniziare la sua frase, l’insegnante è intervenuto: «Non c’è nessuna Felicità oggi?», ha chiesto. Desiderio, che aveva la parola, ha risposto alla domanda: «Oggi non c’è felicità. Non c’era felicità nemmeno ieri. Anche il giorno prima… Ultimamente salta spesso la scuola». Stava per dire un’altra frase su Felicità, si è fermato, ha deglutito e ha rinunciato. Anche lui ha rinunciato a quello che stava per dire. Anche l’insegnante non ha insistito, la sua mente era bloccata su Felicità

Salute ha iniziato lamentandosi del fatto che non gli era stato concesso il diritto di parlare per prima. «Senza di me non siete niente. Non è forse la mia assenza a rendere il mondo infelice?». Anche lei non aveva torto. Anche Libertà, la prima a parlare, non ha senso in assenza della Salute

Speranza si è alzata. Ha iniziato subito il suo discorso. «Sì, siete tutti molto importanti. Siete tutti importanti per il 2024. Ma ditemi, non vi sentite tutti disperati nei giorni in cui non ci sono? Nemmeno il mio compagno di banco Sogno può consolarvi quando non ci sono. Mettetevelo in testa. Senza speranza non c’è vita, né libertà, né salute, né futuro. Niente di niente». 

Sogno ha applaudito Speranza in modo folle. Anche Sogno aveva un sogno, naturalmente. In nome del bene, in nome della verità, in nome della bellezza, in nome del futuro, non dobbiamo forse tutto a un piccolo sogno? 

Morte è intervenuta immediatamente. Le frasi di Speranza sono rimaste incompiute. Ha detto: «Se non ci sei tu, ci sarò io. Non pensare di essere indispensabile». Quando Morte ha parlato, in classe si è fatto un profondo silenzio. Il volto freddo di Morte si rifletteva nelle sue frasi. «Se non quest’anno, tra cinque, dieci, vent’anni. Anche se tra cinquant’anni, vincerò io». 

Questa volta è intervenuta Vita. «Hai ragione,» ha detto a Morte, «alla fine sarai tu la vincitrice. Ma non dimenticare che quando verrai non troverai nessuno di noi. Che importa se vincerai dove tutti gli altri perdono?». L’intera classe ha applaudito Vita, perché nessuno aveva una voce così forte contro Morte come la sua. 

Bontà era molto impaziente che arrivasse il suo turno. «Guardate», ha detto. «Ho ascoltato con attenzione tutti voi e ogni vostra frase è molto preziosa. Ma…» 

La porta si è aperta. Sono entrati Calamità e Male. Come al solito, sono arrivati senza preavviso. Improvvisamente la classe si è bloccata. Non si sono scusati per aver interrotto la lezione. Senza chiedere il permesso a nessuno, Male si è intromesso. Ha riso e ha detto che erano un po’ in ritardo. «Tanto non ci aspettavate comunque. Forse avete pregato in cuor vostro che non venissimo. Saremmo venuti prima, ma avevamo delle questioni in sospeso nel 2023 e volevamo finirle prima. Avremo ancora molto tempo per il 2024». 

Quando Male ha smesso di parlare, è intervenuta Calamità. «So che non vi piace nessuno di noi due. Ma noi esistiamo e continueremo a esistere. In questa vita in cui ogni cosa è conosciuta attraverso il suo opposto, noi esisteremo perché possiate apprezzare il valore delle bellezze che avete». 

Non importa quante belle parole e concetti ci fossero in classe, loro sono passati in mezzo e hanno preso posto. 

Un secondo prima che Male e Calamità entrassero in classe, Bontà ha detto «ma» e la sua frase è rimasta incompiuta. Era sempre così. Ogni volta che Bontà aveva voce, qualcuno la metteva a tacere. 

A un certo punto si sono sentite le parole di Lavoro. Quando Lavoro è rimasto in silenzio, ha parlato Successo. Quando Successo ha taciuto, ha parlato Sforzo. Forse la maggior parte di loro non li ascoltava, ma parlavano comunque. 

Poi ha parlato Scrittura, uno degli studenti preferiti dell’insegnante. «Ora che state parlando,» ha detto «Tutto questo diventerà significativo con me. Trasmetterò io tutto ciò al futuro. Sono importante oggi come lo ero ieri». 

Lingua ha detto: «Vorrei fare un’aggiunta a quanto detto da Scrittura. La vostra esistenza dipende anche da me, non dimenticatelo! Se non c’è la lingua, non c’è la scrittura. Se tu conoscessi la bellezza della lingua di questa conversazione che si trasformerà in scrittura…». Ha lasciato deliberatamente la frase incompiuta. 

Scrittura ha detto: «Non dire così. Forse anche la lingua che verrà ascoltata dalle orecchie che sentiranno questo è molto bella. Forse ciò che diciamo risuonerà come una melodia nelle orecchie di quelle persone». 

Tutti sapevano che avrebbero ascoltato una lunga storia quando Passato ha iniziato a parlare. Prima ancora che finisse la sua prima frase, Depressione e Rimpianto avevano già iniziato a bisbigliare tra loro. Perché sapevano che alla fine di questa lunga storia la colpa sarebbe stata loro. 

Chi ascoltava con più attenzione Passato, era Futuro. Chi non li conosceva avrebbe pensato che Futuro fosse innamorata di Passato. Passato era un uomo che era sopravvissuto a molte avversità e si era calmato. Non era crollato nelle tempeste, era stato in grado di raggiungere la terraferma nelle onde più dure… Calmo… Saggio… E un po’ stanco… Futuro era una donna nella primavera della sua giovinezza. Serena come lo era Passato, era ostinatamente vivace. Nonostante la saggezza del passato, era il più volubile possibile… 

Futuro, ascoltando Passato con ammirazione, aveva già dimenticato quello che aveva da dire. Come era debole e silenziosa la sua voce di fronte a Passato. 

Oggi era arrabbiato con Futuro e geloso di Passato. Era bloccato tra i due. Guardava dietro e davanti a sé. Non parlava mai, era grato del momento in cui si trovava. 

Amore aveva chiesto la parola fin dall’inizio della lezione. Ma non ci era riuscito. La sua compagna di banco Separazione ha tirato Amore per un braccio. 

Gli ha detto: «Siediti ora. Ovviamente non ti darà la parola. Non sei stato tu quello che ha parlato più di tutti per molto tempo? Non eri il preferito dell’insegnante? Cos’è questa insistenza?». Amore ha spinto il braccio di Separazione con uno sbuffo. «Non toccarmi, non toccarmi! È sempre a causa tua che non mi lascia parlare». Il volto di Separazione si è incupito. Ha maledetto il giorno in cui il suo nome era stato nominato con Amore

Dopo un lungo silenzio, Vuslat(turco): riunione, ricongiungimento con una persona cara., che era seduto in fondo alla fila di destra, ha preso la parola: «2024», ha detto. E la campana è suonata. L’insegnante ha guardato negli occhi prima Vuslat poi Figlio, ha deglutito come se stesse per dire qualcosa ed è uscito silenziosamente dalla classe. 

Vuslat, a cui erano rimaste in bocca le frasi, si è rivolto impotente al suo compagno di banco Figlio. «Sai, finché il giorno continuerà a incontrare la notte e la notte continuerà a incontrare il giorno, non riusciranno a farmi tacere. Forse le mie frasi rimarranno incompiute, ma nessun ricongiungimento d’amore rimarrà incompiuto. Porterò con me Speranza e Sogno. Prenderò Oggi e Futuro come amici. Farò della saggezza di Passato un faro per me stesso. Aggiungerò un nuovo racconto alle storie che si concludono con un ricongiungimento». 

Anche Figlio, che ascoltava con interesse il suo compagno di banco Vuslat, voleva dire qualche frase. Forse il 2024 era il suo anno. Non lo sapeva ancora nemmeno lui. Del resto, nemmeno il lettore lo sapeva. Credo che il narratore lo sapesse, ma tacesse.

Published December 11, 2024
© Specimen

Wer fehlt?

Written in Italian by Hilmi Aydın


Translated into German by Altea Koenig

Als er das Klassenzimmer betrat, schrieb er mit riesigen Zahlen “2024” an die Tafel. Er sagte: “Heute reden wir über 2024”, zwischen den überraschten Blicken der Schüler.

Im Klassenzimmer herrschte ein Flüstern. Jeder begann sofort, dem Banknachbar etwas zu sagen. Jeder hatte etwas zu sagen. Und jeder hielt das, was er zu sagen hatte, für wichtiger.

“Okay”, sagte er, “seid still, ich werde euch das Recht zur Sprache geben. In diesem Klassenzimmer darf jeder frei seine eigenen Gedanken äußern. Wir sind nicht in einem Land des Nahen Ostens. Ich bin kein König, und ihr seid keine Sklaven”.

Am Ende hatten sie sich etwas beruhigt. Er gab Freiheit das erste Wort. Die anderen waren etwas beleidigt. Aber als Freiheit anfing zu reden, schwiegen die anderen. Freiheit hatte eine Stimme, die die Seele durchdrang. Sie sagte: “Wenn ihr nur wüsstest, was Menschen für mich aufgeben. Ich fühle mich etwas zerdrückt von dieser Last”.

Dann nahm Verlangen das Wort. Gerade als es seinen Satz beginnen wollte, schaltete sich der Lehrer ein: “Gibt es heute kein Glück?”, fragte er. Verlangen, das gerade sprach, beantwortete die Frage: “Heute gibt es kein Glück. Gestern gab es auch kein Glück. Auch am Tag davor… In letzter Zeit hat er oft die Schule geschwänzt”. Es wollte gerade einen weiteren Satz über Glück sagen, hielt inne, schluckte und gab auf. Selbst es gab das auf, was es sagen wollte. Der Lehrer fragte auch nicht nach, er war bei Glück hängen geblieben.

Gesundheit begann damit, dass ihr nicht erlaubt worden war, als Erste zu reden. “Ohne mich seid ihr nichts. Ist es nicht meine Abwesenheit, die die Welt unglücklich macht?”. Auch hatte nicht Unrecht. Auch Freiheit, die erste, die gesprochen hatte, macht ohne Gesundheit keinen Sinn. 

Hoffnung stand auf. Sie begann gleich mit ihrer Rede. “Ja, ihr seid alle sehr wichtig. Ihr seid alle sehr wichtig für 2024. Aber fühlt ihr euch nicht verzweifelt, wenn ich nicht da bin? Nicht einmal mein Banknachbar Traum kann euch trösten, wenn ich nicht da bin. Setzt es euch in den Kopf. Ohne Hoffnung gibt es kein Leben, keine Freiheit, keine Gesundheit, keine Zukunft. Gar nichts”.

Traum spendete Hoffnung großen Beifall. Natürlich hatte auch Traum einen Traum. Im Namen des Guten, im Namen der Wahrheit, im Namen der Schönheit, im Namen der Zukunft, verdanken wir nicht alles einem kleinen Traum?

Tod griff sofort ein. Die Sätze von Hoffnung blieben unvollständig. Sie sagte: “Wenn es dich nicht gibt, dann gibt es mich. Glaube nicht, du wärst unentbehrlich”. Als Tod sprach, herrschte im Klassenzimmer eine tiefe Stille. Das kalte Gesicht von Tod spiegelte sich in seinen Sätzen. “Wenn nicht dieses Jahr, dann in fünf, zehn, zwanzig Jahren. Selbst in fünfzig Jahren werde ich gewinnen”. 

Diesmal traf Leben ein. “Du hast Recht,” meinte es zu Tod, “am Ende wirst du gewinnen. Aber vergiss nicht: wenn du kommst, wirst du niemanden finden. Was macht es schon, wenn du gewinnst, wo alle anderen verlieren?”. Die ganze Klasse klatschte Leben Beifall, weil niemand eine so starke Stimme gegen Tod hatte, wie seine.

Güte war sehr ungeduldig, dran zu sein. “Hört zu”, sagte sie. “Ich habe sorgfältig euch allen zugehört, und jeder euer Sätze ist sehr wertvoll. Aber…”

Die Tür ging auf. Unheil und Böse kamen hinein. Wie immer, kamen sie ohne Vorankündigung. Plötzlich erstarrte die Klasse. Sie entschuldigten sich nicht dafür, den Unterricht unterbrochen zu haben. Ohne um Erlaubnis zu bitten, mischte sich Böse ein. Es lachte und sagte, sie wären etwas verspätet. “Ihr hättet ja nicht auf uns gewartet. Vielleicht habt ihr in eurem Herzen gehofft, dass wir nicht kommen würden. Wir wären auch früher gekommen, aber wir hatten im 2023 noch etwas zu erledigen und wollten uns zuerst darum kümmern. Wir werden noch reichlich Zeit für 2024 haben”.

Als Böse aufhörte zu reden, schaltete sich Unheil ein. “Ich weiß, ich mögt keinen von uns beiden. Aber wir existieren, und werden auch weiter existieren. In diesem Leben wird alles durch Gegenteile erkannt: uns gibt es also, damit ihr den Wert der Schönheiten, die ihr habt, schätzen könnt”.

Egal wie viele schöne Worte und Konzepte es in der Klasse gab, sie gingen in der Mitte hindurch und nahmen Platz. 

Eine Sekunde bevor Böse und Unheil ins Klassenzimmer traten, hatte Güte “aber” gesagt, und ihr Satz blieb unvollendet. Es war immer so. Immer, wenn Güte zu Wort kam, wurde sie zum Schweigen gebracht.

Irgendwann waren die Worte von Arbeit zu hören. Als Arbeit still geblieben war, sprach Erfolg. Als Erfolg schwieg, sprach Mühe. Vielleicht hörten die meisten nicht zu, aber sie sprachen trotzdem. 

Dann sprach Schrift, einer der Lieblingsschüler des Lehrers. “Jetzt, wo ihr spricht,” sagte er “wird das alles von Bedeutung werden. Ich werde all dies der Zukunft übertragen. Ich bin heute wichtig, so wie ich gestern war”.

Sprache sagte: “Ich würde gerne dem, was Schrift gesagt hat, etwas hinzufügen. Eure Existenz hängt auch von mir ab, vergisst es nicht! Wenn es keine Sprache gibt, gibt es keine Schrift. Wenn du die Schönheit der Sprache dieser Unterhaltung kennen würdest, die sich in Schrift verwandeln wird…”. Sie ließ den Satz absichtlich unvollendet.

Schrift sagte: “Sag das nicht. Vielleicht ist auch die Sprache sehr schön, die von den Ohren gehört wird, die dies hören. Vielleicht wird das, was wir sagen, in den Ohren von jenen Menschen wie eine Melodie klingen”.

Alle wussten, dass sie eine lange Geschichte hören würden, als Vergangenheit anfing zu reden. Schon bevor er seinen ersten Satz zu Ende sprach, hatten Depression und Bedauern angefangen, unter sich zu flüstern. Denn sie wussten schon, dass am Ende dieser langen Geschichte die Schuld auf ihrer Seite stehen würde.

Wer am aufmerksamsten Vergangenheit zuhörte, war Zukunft. Wer sie nicht kannte, hätte meinen können, Zukunft wäre verliebt in Vergangenheit. Vergangenheit hatte viele Widrigkeiten überlebt und sich beruhigt. Er war nicht in den Stürmen zusammengebrochen, konnte in der härtesten Wellen an Land kommen… Ruhig… Weise… Und ein wenig müde… Zukunft war eine Frau im Frühling ihrer Jugend. Sie war friedlich, wie Vergangenheit, und hartnäckig lebendig. Trotz der Weisheit der Vergangenheit, war sie das launischste Wesen überhaupt…

Zukunft, die Vergangenheit bewundernd zuhörte, hatte schon vergessen, was sie sagen wollte. Wie schwach und leise ihre Stimme vor Vergangenheit war.

Heute war mit Zukunft verärgert, und beneidete Vergangenheit. Er war zwischen den beiden gefangen. Er schaute hinter und vor sich. Er sprach nie, er war dem Augenblick dankbar, in dem er sich befand.

Liebe hatte schon seit Anfang des Unterrichts darum gebeten, sprechen zu dürfen. Aber er hatte es nicht geschafft. Seine Banknachbarin Trennung hatte Liebe am Arm gezogen.

Sie hatte ihm gesagt: “Setz dich jetzt. Natürlich wird er dir nicht das Wort geben. Warst du nicht derjenige, der am längsten gesprochen hat? Warst du nicht der Lehrer-Liebling? Was soll dieses Drängen?”. Liebe stieß den Arm von Trennung mit einem Schnaufen weg. “Fass mich nicht an, fass mich nicht an!  Es ist immer wegen dir, dass er mich nicht reden lässt”. Das Gesicht von Trennung verfinsterte sich. Sie verfluchte den Tag, in dem ihr Name mit Liebe genannt wurde. 

Nach einem langen Schweigen sprach Vuslat, der am Ende der rechten Seite saß: “2024”, sagte er. Dann klingelte die Glocke. Der Lehrer schaute erst Vuslat, dann Sohn in die Augen, schluckte, als hätte er was sagen wollen, und verließ dann still das Klassenzimmer. 

Vuslat, dem die Sätze im Mund geblieben waren, wandte sich hilflos seinem Banknachbar Sohn zu. “Weißt du, bis der Tag die Nacht weiterhin treffen wird, und die Nacht den Tag weiterhin treffen wird, werden sie nicht schaffen, mich zum Schweigen zu bringen. Vielleicht werden meine Sätze unvollständig bleiben, aber keine Wiedervereinigung wird unvollendet bleiben. Ich werde Hoffnung und Traum mit mir bringen. Ich werde Heute und Zukunft als Freunde haben. Ich werde die Weisheit von Vergangenheit zu meinem Leuchtturm machen. Ich werde eine neue Geschichte zu den Erzählungen hinzufügen, die mit einer Wiedervereinigung enden”.

Auch Sohn, der interessiert seinem Banknachbar Vuslat zuhörte, wollte ein paar Sätze sagen. Vielleicht war 2024 sein Jahr. Noch wusste es keiner, nicht mal er. Schließlich wusste es der Leser auch nicht. Ich denke, der Erzähler wusste es, schwieg aber.

Published December 11, 2024
© Specimen

Qui manque-t-il ?

Written in Italian by Hilmi Aydın


Translated into French by Amanda Pescatore

Quand il est entré en classe, il a écrit 2024 sur le tableau en chiffres géants. Il a dit, parmi les regards surpris des étudiants : « Aujourd’hui, nous parlerons de 2024 ».

En classe il y avait des murmures. Immédiatement, tout le monde a commencé à dire quelque chose à son voisin de banc. Tout le monde avait quelque chose à dire. Et tout le monde pensait que ce qu’il avait à dire était plus important.

« Ok », il a dit, « silence, je vous donnerai le droit de parler. Celle-ci est une classe où tout le monde peut exprimer librement ses pensées. Ce n’est pas un pays du Moyen Orient. De plus, je ne suis pas un roi et vous n’êtes pas des esclaves ».

Ils ont fini par se calmer un peu. Il a donné la parole en premier à Liberté. Les autres se sont sentis un peu offensés. Mais quand Liberté a commencé à parler, les autres se sont tus. Liberté avait une voix qui pénétrait l’âme. Elle a dit : « Si seulement vous saviez à quoi renoncent les personnes pour moi. Je me sens un peu écrasée sous ce poids ».

Puis Désir a pris la parole. Au moment-même où il allait commencer sa phrase, l’enseignant est intervenu : « Il n’y a pas Bonheur aujourd’hui ? », il a demandé. Désir, qui avait la parole,  a répondu à la question : « Aujourd’hui, Bonheur n’est pas là. Il n’y avait pas Bonheur hier non plus. Ni le jour d’avant… Ces derniers temps, il sèche beaucoup les cours ». Il allait dire une autre phrase sur Bonheur, il s’est arrêté, il a dégluti et il a renoncé. Lui aussi a renoncé à ce qu’il allait dire. L’enseignant aussi n’a pas insisté, son esprit était bloqué sur Bonheur.

Santé a commencé par se plaindre du fait qu’on ne lui avait pas accordé le droit de parler en premier. « Sans moi vous n’êtes rien. N’est-ce pas mon absence qui rend le monde malheureux ? ». Elle aussi n’avait pas tort. Liberté aussi, la première à parler, n’a aucun sens en l’absence de Santé.

Espoir s’est levé. Il a tout de suite commencé son discours. « Oui, vous êtes tous très importants. Vous êtes tous importants pour 2024. Mais dites-moi, ne vous sentez-vous pas tous désespérés les jours où je ne suis pas là ? Même mon voisin Rêve ne peut vous consoler quand je ne suis pas là. Mettez-vous ça dans la tête. Sans espoir il n’y a pas de vie, ni liberté, ni santé, ni futur. Rien de rien ».

Rêve a applaudi Espoir follement. Rêve aussi avait un rêve, naturellement. Au nom du bien, au nom de la vérité, au nom de la beauté, au nom du futur, ne devons-nous pas tout à un petit rêve ?

Mort est intervenue immédiatement. Les phrases d’Espoir sont restées inachevées. Elle a dit : « Si tu n’es pas là, moi je serai là. Ne pense pas être indispensable ». Quand Mort a parlé, un profond silence est tombé dans la classe. Le visage froid de Mort se reflétait dans ses phrases. « Si pas cette année, d’ici cinq, dix, vingt ans. Même dans cinquante ans, c’est moi qui vais gagner ».

Cette fois, Vie est intervenue. « Tu as raison », elle a dit à Mort, « à la fin ce sera toi la gagnante. Mais n’oublie pas que quand tu viendras, tu ne trouveras aucun d’entre nous. Qu’est-ce que ça fait si tu gagnes où tous les autres perdent ? ». La classe entière a applaudi Vie parce que personne n’avait une voix aussi forte qu’elle contre Mort

Bonté était très impatiente que son tour arrive. « Regardez », dit-elle. « Je vous ai tous écoutés avec attention et chacune de vos phrases est très précieuse. Mais… »

La porte s’est ouverte. Catastrophe et Mal sont entrés. Comme d’habitude, ils étaient arrivés sans prévenir. Tout à coup, la classe s’est figée. Ils ne se sont pas excusés d’avoir interrompu le cours. Sans demander la permission à personne, Mal s’est interposé. Il a ri et il a dit qu’ils étaient un peu en retard. « De toute façon, vous ne nous attendiez pas. Peut-être avez-vous prié du fond de votre cœur pour que nous ne venions pas. Nous serions venus plus tôt, mais nous avions des questions en suspens en 2023 et nous voulions les terminer d’abord. Nous aurons encore beaucoup de temps pour 2024 ». 

Quand Mal a arrêté de parler, Catastrophe est intervenue. « Je sais que vous n’aimez aucun de nous deux. Mais nous existons et nous continuerons d’exister. Dans cette vie, toute chose est connue à travers son opposé, nous existerons pour que vous puissiez apprécier la valeur des beautés que vous avez ».

Peu importe les belles paroles et les concepts présents en classe, ils sont passés au milieu et  ils ont pris place.

Une seconde avant que Mal et Catastrophe entrèrent en classe, Bonté a dit « mais » et sa phrase est restée inachevée. C’était toujours comme ça. Chaque fois que Bonté avait la parole, quelqu’un la faisait taire.

À un moment, on a entendu les mots de Travail. Quand Travail est resté en silence, Succès a parlé. Quand Succès s’est tut, Effort a parlé. Peut-être que la plupart d’entre eux ne les écoutait pas, mais ils parlaient quand même. 

Puis Écriture a parlé, l’une des élèves préférées de l’enseignant. « Maintenant que vous parlez », elle a dit, « Tout cela aura du sens grâce à moi. Je transmettrai tout cela au futur. Je suis importante aujourd’hui comme je l’étais hier ».

Langue a dit : « J’aimerais ajouter quelque chose à ce qu’a dit Écriture. Votre existence dépend aussi de moi, ne l’oubliez pas ! S’il n’y a pas de langue, il n’y a pas d’écriture. Si tu connaissais la beauté de la langue de cette conversation qui se transformera en écriture… ». Ella a volontairement laissé la phrase inachevée. 

Écriture a dit : « Ne dis pas ça. Peut-être que la langue qui sera écoutée par les oreilles qui entendront ça est très belle aussi. Peut-être que ce que nous disons résonnera comme une mélodie dans les oreilles de ces personnes ».

Tous savaient qu’ils auraient écouté une longue histoire quand Passé a commencé à parler. Avant même qu’il ne finisse sa première phrase, Dépression et Regret avaient déjà commencé à chuchoter entre eux. Parce qu’ils savaient qu’à la fin de cette longue histoire, ça aurait été de leur faute.

Celle qui écoutait Passé avec le plus d’attention était Futur. Celui qui ne les connaissait pas aurait pensé que Futur était amoureuse de Passé. Passé était un homme qui avait survécu à beaucoup d’adversités et qui s’était calmé. Il ne s’était pas écroulé dans les tempêtes, il avait été en mesure de rejoindre la terre ferme malgré les vagues les plus dures… Calme… Sage… Et un peu fatigué… Futur était une femme dans le printemps de sa jeunesse. Sereine comme l’était Passé, elle était obstinément vive. Malgré la sagesse du passé, elle était le plus volubile possible…

Futur, écoutant Passé avec admiration, avait déjà oublié ce qu’elle avait à dire. Comme sa voix était faible et silencieuse en face de Passé.

Aujourd’hui était fâché contre Futur et jaloux de Passé. Il était coincé entre les deux. Il regardait derrière et devant lui. Il ne parlait jamais, était reconnaissant du moment qu’il vivait. 

Amour avait demandé la parole dès le début du cours. Mais il n’y était pas arrivé. Sa voisine de banc, Séparation, a tiré Amour par un bras.

Elle lui a dit : « Assieds-toi maintenant. Bien sûr, il ne te donnera pas la parole. Ce n’était pas toi celui qui a parlé plus que tout le monde pendant longtemps ? N’étais-tu pas le préféré de l’enseignant ? Qu’est-ce que c’est que cette insistance ? ». Amour a repoussé le bras de Séparation en bouffant. « Ne me touche pas, ne me touche pas ! C’est toujours à cause de toi qu’il ne me laisse pas parler ». Le visage de Séparation s’est assombri. Elle a maudit le jour où son nom avait été nommé avec Amour

Après un long silence Vuslat(turc) : réunion, retrouvailles avec une personne chère., qui était assis au fond de la colonne de droite, a pris la parole : « 2024 », il a dit. Et la cloche a sonné. L’enseignant a regardé dans les yeux d’abord Vuslat puis Fils, il a dégluti comme s’il était sur le point de dire quelque chose et il est sorti silencieusement de la classe.

Vuslat, dont les mots n’avaient pas dépassé les lèvres, s’est tourné impuissant vers son voisin Fils. « Tu sais, tant que le jour continuera à rencontrer la nuit et que la nuit continuera à rencontrer le jour, ils n’arriveront pas à me faire taire. Mes phrases resteront peut-être inachevées, mais aucune réunion d’amour restera inachevée. J’emmènerai avec moi Espoir et Rêve. Je choisirai Aujourd’hui et Futur pour amis. Je ferai de la sagesse de Passé un phare pour moi-même. J’ajouterai un nouveau récit aux histoires qui se concluent avec des retrouvailles ».

Fils aussi, qui écoutait avec intérêt son voisin de banc Vuslat, voulait dire quelques phrases. Peut-être 2024 était-elle son année. Lui-même ne le savait pas encore. Du reste, même le lecteur ne le savait pas. Je crois que le narrateur le savait, mais il se taisait.

Published December 11, 2024
© Specimen


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